19 MAGGIO 2013
DOMENICA DI PENTECOSTE
Dagli Atti degli Apostoli2, 1-11
Dal Salmo 103
Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Romani 8,817
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,15-16.23-26
Signore ti ringrazio per la Pentecoste, giorno santo nel quale il Tuo Spirito irrompe e fa nuova tutta la terra. Siamo confusi, impauriti, senza progetti, aridi, incapaci di comprensione gli uni per gli altri, spesso divisi e Tu Signore, che ci ami e vuoi il nostro bene, ci fai la promessa: “Non vi lascerò soli … io pregherò il Padre mio ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre”. Sì, abbiamo bisogno di aiuto, potente e dolce allo stesso tempo, che ripari le ferite del nostro animo, che porti chiarezza dentro di noi, che ci suggerisca parole di pace e non d’afflizione, che ci sostenga sempre nelle vicende della vita.
Negli ultimi anni, tutte le feste, anche quelle religiose purtroppo, sotto la spinta della pubblicità, sono entrate nella nostra vita con finalità ben diverse da quelle originarie:
Natale = vacanze, cenone, regali e nascita del Bambinello;
Pasqua = vacanze, uova, pranzi e almeno la Messa per il precetto; ma la Pentecoste? = niente vacanze, niente regali… È solo un giorno festivo, una domenica come tante, magari da trascorrere al mare oppure …
Siamo a Gerusalemme, nel cenacolo, e gli apostoli con la Vergine Maria, obbedienti alle raccomandazioni di rimanere uniti, sono in attesa della realizzazione dell’ultima promessa fatta loro da Gesù risorto. Non hanno idea di cosa attendere. Pregano il Padre nostro, cantano inni e salmi; avvertono tutta la fragilità nel poter realizzare ciò che il Signore ha loro ordinato: andare nelle strade per testimoniare a tutti l’amore che Dio ha per ogni persona. Sono passati 50 giorni dalla resurrezione e Gesù è asceso al cielo. “Mentre il giorno d Pentecoste stava per finire ”.
La piccola comunità degli apostoli si sente sola e triste, mentre il giorno sta per finire. Quante volte concludiamo le nostre giornate sfiduciati e stanchi, forse anche delusi per cose che avremmo voluto fare e non abbiamo realizzato, tristi per qualche difficoltà che ci portiamo addosso. Non vediamo soluzioni e già pensiamo al giorno successivo quasi senza speranza.
“venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi …”
Chi mai poteva immaginare un evento simile, un tale sconvolgimento? Tutti i sensi delle persone presenti nel cenacolo vengono coinvolti: le orecchie odono il rombo, gli occhi vedono le fiammelle man mano poggiarsi su ciascuno, le lingue esprimono parole nuove, il cuore è immerso nell’amore bruciante del Padre e del Figlio e nessuno più, negli anni a venire, si separerà da esso.
“Chi mi separerà dall’amore di Dio?” Via la tristezza, via il senso di abbandono, via i timori, via i dubbi sulle proprie capacità di essere testimoni del Risorto.
Maria Santissima e gli Apostoli passano la notte immersi totalmente in Dio. Una felicità senza fine li riempie mentre una lode fortissima sgorga dalle loro labbra, come i beati descritti nell’Apocalisse, che sono davanti al trono di Dio e all’Agnello.
Sorge il nuovo giorno. Gerusalemme è piena di gente proveniente dalle regioni vicine perché è festa. Si aprono le porte del Cenacolo e inizia l’annuncio delle grandi opere di Dio da parte di quello sparuto gruppo di seguaci di Gesù. Molti si avvicinano per curiosità, tutti comprendono molto bene il messaggio perché arriva ad ognuno nella propria lingua. La diversità viene superata, le distanze vengono colmate, le incertezze vinte nel giorno in cui nasce la Chiesa.
Lo stupore della folla, gli interrogativi, i giudizi non ostacolano l’opera dello Spirito Santo. Si è effuso ed agisce in maniera sempre nuova e diversa. Non ha regole alle quali sottostare: è il Consolatore del cuore degli uomini, è Colui che ci fa comprendere la Parola di Dio e ce la fa ricordare, prende le nostre difese, ci guarisce, ci sostiene, opera, giorno e notte, per la nostra santificazione.
“E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!».
”Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.” Gesù ci ha insegnato a pregare come Lui stesso pregava, ma le nostre labbra e il nostro cuore sarebbero rimasti incapaci di relazionarsi con Dio chiamandolo Padre. Ora è lo Spirito che ci porta a stabilire una nuova relazione con Dio, ci concede una confidenza mai avuta e pensata, ci dà una intimità familiare, ci dice che siamo figli di Dio.
“Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.
Sì, Signore, desideriamo che la Trinità Santissima prenda dimora dentro di noi. Manda il tuo Spirito perché non una delle Tue parole vada perduta. Vogliamo ascoltare, capire, ricordare ogni tua parola e renderti testimonianza come Tu vuoi. Ti chiediamo tutti i doni dello Spirito, senza alcuna preferenza, piccoli e grandi, utili per una nuova evangelizzazione e per il servizio alla Tua Chiesa. Amen.
MTM.19.05.2013.CB