In un’intervista alla trasmissione “A Sua Immagine”, il ct della Nazionale dice che la presenza di Dio lo aiuta ogni giorno. E poi spiega quali sono i valori che trasmette ai calciatori che allena
Il sostegno della Madonna e la fede sono la forza del ct della Nazionale Roberto Mancini. «Io sono credente cattolico, praticante. Sono cresciuto all’oratorio sotto casa, è stata una grande fortuna». Queste le parole di Roberto Mancini intervistato da monsignor Dario Edoardò Viganò nella puntata del 19 giugno di “A sua immagine”, il programma religioso di Raiuno.
La devozione per la Madonna
«La Madonna è la mamma di tutti noi, ci è sempre vicina», ha detto il ct della Nazionale. Che già in una precedente intervista aveva ricordato il suo rapporto con Medjugorje, luogo decisivo nel suo incontro con la fede. Roberto Mancini ha spiegato di credere alle apparizioni della Madonna. E ha detto di essere andato diverse volte nel paesino bosniaco, incontrando anche i veggenti.
I valori che trasmette ai calciatori
Nella Nazionale, sostiene di essere un buon educatore, prima che il commissario tecnico.
«Spero di essere stato un buon educatore per i miei calciatori – dice il ct della Nazionale – Oggi la gente vuole tutto e subito, ma nella mia carriera sono stato circondato da persone che hanno avuto pazienza con me. Perciò dico che bisogna saper aspettare e cerco di essere molto paziente con i miei ragazzi. In questi giorni di Europei mi sento di dire che la passione è molto importante. Ciò che conta davvero nella vita però è l’amore» (Sport Face, 20 giugno).
Il giorno della comunione
Il tema della puntata di “A sua immagine” è stato le “Le ragioni della speranza”. Mancini ha dunque raccontato quali sono i valori che “mette in campo” per formare e preparare i suoi ragazzi. E ha aperto il suo cuore, rimarcando che la fede lo ha aiutato e continua ad aiutarlo nei momenti più difficili della vita.
Il ct azzurro ha ricordato un curioso aneddoto: «Per farmi fare la prima comunione il parroco fece spostare l’orario della partita della mia squadra dell’epoca. Alla fine non ci siamo riusciti, ma abbiamo convinto il nostro prete a ritardare un pò l’inizio della cerimonia. Segnai anche due gol in quella partita prima della comunione!».