Ascolta il Vangelo
“Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto”. Sembra più che altro una lezione di stile quella che Gesù impartisce nel Vangelo di oggi, e in un certo senso lo è. Infatti mi piace spesso ripetere che il cristianesimo è una questione di stile. Ma possiamo permetterci di affermare una cosa del genere perché nell’evento cristiano la forma e la sostanza delle cose non sono mai separate, e mai in contrapposizione. Nel cristianesimo la forma è sostanza. Ciò significa in termini molto pratici che non si tratta di salvare la faccia, la forma, la brutta figura possibile, ma che dai gesti esterni, dallo stile esteriore che noi abbiamo viene fuori tutto ciò in cui crediamo e che abbiamo scelto nel profondo di noi stessi. “Quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. La logica dell’ultimo posto non è quindi una logica di svalutazione di sé stessi, ma è la logica di chi si sa talmente tanto amato che non ha bisogno di apparire per contare agli occhi di Dio, e che può permettersi di mettersi anche nell’anfratto più nascosto sapendo che è talmente tanto amato che per quell’amore non rimarrà mai invisibile, mai lasciato in disparte. Come cristiani non dovremmo cercare i primi posti perché a chi sperimenta un vuoto è normale la ricerca di un riconoscimento esteriore che ne riempia quel vuoto. Ma a noi quel vuoto l’ha colmato l’amore di Cristo, e non cerchiamo nient’altro se non il goderci le nozze. Se cerchiamo il primo posto forse il problema è che non ci sentiamo amati. Ecco allora come l’attenzione a come ci comportiamo ci dice a che punto siamo interiormente.
Lc 14, 1.7-11
L. M. Epicoco