Ascolta il Vangelo

 

Ascolta il commento tratto da una meditazione di don Oreste Benzi

Come possono due ciechi seguire Gesù? È questo il dettaglio paradossale che ritroviamo nel Vangelo di oggi. Eppure non è una svista o un’esagerazione, ma esattamente ciò che capita a ciascuno di noi quando trovandoci al buio a causa di cose che abbiamo fatto o abbiamo subìto, scopriamo dentro di noi una bussola che è più potente della vista o dei ragionamenti, ed è il cuore.

Il cuore non è il luogo delle emozioni, ma quella parte di noi che “sente” la mancanza di ciò che conta e proprio per questo ci spinge nella direzione giusta per cercarla e trovarla. Troppe volte abbiamo confuso la nostra interiorità con le semplici emozioni che proviamo. Avere una vita spirituale significa acquistare consapevolezza che dentro di noi c’è più di un semplice “sentire le cose”.

Dentro di noi è all’opera lo Spirito Santo che non è una sensazione, bensì è una Presenza. E quando ti accorgi di questa Presenza ti fai condurre da essa. Importa poco a quel punto se vedi o meno, oppure se capisci o meno; quella Presenza ti salva la vita perché rimane “presente” anche quando si spegne la luce e perdi la mappa.

Questi due ciechi sono ciechi, ma hanno il cuore che gli funziona. Ed è questo che li conduce fuori dal tunnel: “Gesù disse loro: «Credete voi che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi”.

L. M. Epicoco