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L’ultima apparizione del Risorto che ci racconta l’evangelista Giovanni sembra ricollegarsi al nostro immaginario sugli inizi della sua vita pubblica quando proprio in una scena molto simile guadagnò alla causa Pietro e i suoi compagni: “Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci”. Sembra interessante come il Signore prima di entrare nella nostra vita ci rende innanzitutto consapevoli di ciò che ci manca. Finché non abbiamo chiara la nostra sete non avremo chiara nemmeno l’acqua che può dissetarci. Ecco perché Gesù parte dalle nostre mancanze per dare ad esse finalmente una soluzione insperata. Giovanni davanti a questa scena intuisce subito che è Gesù, infatti solo Lui può dirci la drammatica verità sulla nostra vita e allo stesso tempo chiederci un gesto di fiducia: “Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri”. La Chiesa è sempre la commistione di questi due aspetti: l’intuizione di Giovanni e le azioni di Pietro. La contemplazione e l’azione. L’amore e la decisione. La Verità e la responsabilità. Tenerci solo una cosa di questo binomio significa essere cristianamente zoppi.
L. M. Epicoco