Ascolta il Vangelo
Tra le immagini più belle che Gesù usa nel Vangelo, quella usata nel brano di oggi è tra le mie preferite forse perché ha un’efficacia di resa straordinaria: “La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo”. La vita molto spesso è fatta da cose faticose e dolorose, ma possiamo sopportare tutto questo non perché ne abbiamo le forze, o perché siamo allenati a incassare, ma solo perché c’è una gioia successiva che rende possibile anche il momento della prova. È come se Gesù volesse dirci che non dobbiamo mai perdere questo tipo di memoria: in ogni dolore, in ogni prova, in ogni fatica è seppellita la luce, e quando poi essa viene fuori ci fa dimenticare anche tutto il buio che avevamo attraversato. È forse a causa di immagini che così che abbiamo coniato espressioni come “ne è valsa la pena”. Una pena è una pena, ma uno l’accetta se c’è qualcosa che vale di più, esattamente come una madre che partorendo il figlio soffre ma la gioia della nascita ne cancella la tentazione del dolore successivo. “Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. In quel giorno non mi domanderete più nulla”. Fa un certo effetto sapere che vedremo il Signore e l’effetto collaterale più bello sarà una gioia che nessuno potrà più toglierci. Può sembrare una facile consolazione ma tra il rischio della mia illusione e le parole di Gesù io voglio fidarmi delle parole di Gesù.
L. M. Epicoco