Nella liturgia dei Primi Vespri della Solennità di San Pietro Apostolo, Giovanni ci racconta che Gesù, dopo la pesca miracolosa, prende da parte Pietro, per entrare in intimità con lui, e gli domanda: “Pietro, mi ami?”. Ma perché questa domanda dopo tutto ciò che i discepoli e, soprattutto, Gesù, avevano vissuto? Gesù è risorto, passando per il tradimento, oltre che di Giuda, di Pietro. Ma proprio perché Pietro ha molto vissuto ed è passato per lo smarrimento, ora è capace di comprendere che c’è sempre un’altra possibilità col Signore. Nella notte dello smarrimento l’uomo, come Pietro, rinnega Dio. Solo andando verso il giorno è capace di riconoscerlo ed avere una vita nuova.
Gesù pone tre domande: piano piano va incontro a Pietro, scendendo al suo livello (Mi ami? Mi ami? Mi vuoi bene?). Pietro comprende che tanti buoni propositi sono andati a vuoto e che non può più confidare solo in sé stesso e, allora, si affida a Gesù: “Signore, tu conosci tutto; Tu sai che ti voglio bene”.
La Parola odierna, allora, ci invita ad avere un rapporto intimo col Signore, che si fa prossimo. Una intimità che parla d’amore…
Come dice il Santo Padre siamo peccatori, ma cerchiamo di non essere corrotti! Poiché il peccatore sbaglia, ma si pente, torna indietro. Il corrotto, pur sbagliando ed essendone consapevole, va avanti per la propria strada.
La missione lasciataci è: mi ami? Dunque pasci! Cioè: non preoccuparti più di te, delle tue paure, ma pasci i miei agnelli, preoccupati della mia Chiesa, del mio Regno! Ognuno di noi ha i suoi agnelli da pascere, qualcuno di cui preoccuparsi e condurre… Tutta la nostra vita è una lotta continua tra egoismo e donazione.
Guardiamo a Pietro che ha saputo pascere, ma anche essere nutrimento per la Chiesa.