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Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,1-6

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?» Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

Parola del Signore.

Commento di don Luigi Maria Epicoco:

Ancora una volta è sabato nel racconto del Vangelo. E il sabato è un giorno sacro in cui bisogna rispettare il riposo. Ma si può riposare quando qualcuno di fronte a te sta soffrendo? Peggio ancora: si può mangiare mentre qualcuno accanto a te non può farlo liberamente? E sottolineo questo aspetto perché nel racconto di oggi non solo è sabato ma si è anche a tavola. “Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. Davanti a lui stava un idropico. Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no curare di sabato?»”. Dovremo farci raggiungere tutti dallo sguardo di Gesù e allo stesso tempo lasciarci raggiungere dalle sue parole. Gesù sa bene che magari in Dio crediamo, ma sono le conseguenze di questa fede che lo preoccupano. Come si può credere in Dio e non provare la Sua stessa compassione? Come si può vivere ignorando il dolore che ci circonda? Tante volte ci viene chiesto di digiunare davanti a un evento doloroso come una guerra o una qualunque esperienza di sofferenza. A che cosa dovrebbe servire il nostro digiuno? A convincere Dio ad aiutarci (sarebbe da pagani perché Dio è già convinto di questo) o a esercitarci a non rimanere indifferenti davanti al dolore altrui? Cosa si aspetta Dio da noi? Che ci comportiamo come Suo Figlio. E Gesù non ha mai ignorato o non ascoltato il grido anche silenzioso di chi ha incontrato nella sua vita: “Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò”. Non c’è molto da aggiungere: bisogna fare così per essere cristiani, per essere cioè “altri Cristi” in questo mondo.