In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Non c’è immagine migliore che spieghi la vita spirituale se non quella della dinamica della natura. Infatti la vita intorno a noi cresce e si sviluppa lentamente, silenziosamente, e inesorabilmente. Non ci chiede di avere sempre gli occhi aperti, di essere sempre prestanti, di tenere tutto sempre sottocontrollo, ma ci dice solo di fare continua memoria che ci sono cose che favoriscono questa vita e cose che la impediscono. Un buon contadino può solo gettare un seme e innaffiarlo, ma per il resto deve solo armarsi di umile pazienza. Qual’è la nostra parte che dovremmo fare nela vita affinchè il regno germogli in noi?
Che significa per me gettare il seme?
Tutte le volte che prego e medito il Vangelo, il seme viene gettato. Tutte le volte che prego e mi accosto ai sacramenti il seme viene irrigato. Tutte le volte che rinuncio alla fretta e mi armo di pazienza permetto al seme di crescere e farsi spazio.
Il Vangelo di oggi ci chiede di cambiare stile di vita: non la superbia, l’apparire, e la fretta, ma la semplicità, il nascondimento, e la pazienza sono il segreto di una vita felice. Ognuno tragga delle conseguenze pratiche.