Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,47-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
Parola del Signore.
Commenti di don L. M. Epicoco:
«Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Ho sempre pensato che questa espressione di Gesù fosse il grande antidoto a molti conflitti della nostra società, delle nostre comunità e di molti nostri ambienti. Infatti non di rado la realtà si polarizza in due schieramenti: quelli che pensano che le cose buone sono solo nelle tradizioni, e quelli che pensano che le cose buone sono solo nelle innovazioni. Chi ha ragione: i tradizionalisti o i progressisti? In verità nessuno dei due, perché l’esclusione ideologica dell’altro è sempre un errore. Ecco allora Gesù che dice chiaramente che chi diventa suo discepolo è capace di saper armonizzare il bene che è presente nella tradizione, e il bene che è presente nelle cose nuove. Demonizzare l’uno a scapito dell’altro crea sempre divisione, e la divisione è un chiaro segno del maligno. Allora quelli che in nome della Tradizione dividono la Chiesa pensano davvero di rendere un servizio a Dio? E quelli che in nome di una fantomatica profezia portano delle innovazioni che hanno più il sapore di perversioni della Verità credono davvero di riformare correttamente la Chiesa? Oggi ricordiamo due figure di santi che nella loro vita hanno saputo rendere giustizia alle parole di Gesù. Il primo è sant’Alfonso Maria de Liguori, che mentre ha propagato una retta predicazione tradizionale del Vangelo ne ha saputo innovare i mezzi usando tutti gli alfabeti possibili per annunciare il Vangelo, compresa la musica e l’arte. E San Pietro Favre, uno tra i primi compagni di Sant’Ignazio di Loyola che ha dedicato la sua evangelizzazione nelle terre dei protestanti, amando coloro che erano considerati eretici ma mai venendo meno alla verità della retta dottrina.