Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,43b-45

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Parola del Signore.

Commenti di don L. M. Epicoco:

“E tutti furono stupiti per la grandezza di Dio. Mentre tutti erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini»”. Mentre Gesù è all’apice della sua fama, e tutti i suoi discepoli sono quasi accecati dalle sue parole e dai suoi miracoli, egli con un brusco esercizio di realtà li riporta con i piedi per terra: “Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini”. Potremmo quasi dire che questo Vangelo ci insegna qualcosa che non dobbiamo mai dimenticare: la verità di una persona la si vede da come sa stare in Croce. Finché la vita va per il verso giusto, il vento gonfia le nostre vele, i nostri progetti si realizzano, gli applausi si sprecano, la nostra fama cresce, è semplice pensare di essere dalla parte giusta e di aver compreso il Vangelo di Gesù. Ma è con il presentarsi della Croce che vengono svelati i segreti veri dei nostri cuori. E la Croce che ci dice di che pasta siamo davvero fatti. Senza questa esperienza rischiamo di vivere di apparenza, di andare dietro a cose inutili, di avere di noi stessi un’immagine distorta. L’esperienza della Croce ci costringe ad essere autentici, essenziali, concreti, umili. Siamo utili agli altri, alla chiesa, al mondo e persino a noi stessi solo quando impariamo la mansuetudine di saper stare sulle nostre croci.