Egli doveva risuscitare dai morti.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,1-9

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Parola del Signore.

Commento del Santo Padre Francesco:

Oggi risuona in tutto il mondo l’annuncio partito duemila anni fa da Gerusalemme: “Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto!” […] Gesù Cristo è risorto, e solo Lui è capace di far rotolare le pietre che chiudono il cammino verso la vita. Anzi, Lui stesso, il Vivente, è la Via: la Via della vita, della pace, della riconciliazione, della fraternità. Lui ci apre il passaggio umanamente impossibile, perché solo Lui toglie il peccato del mondo e perdona i nostri peccati. E senza il perdono di Dio quella pietra non si toglie. Senza il perdono dei peccati non si esce dalle chiusure, dai pregiudizi, dai sospetti reciproci, dalle presunzioni che sempre assolvono sé stessi e accusano gli altri. Solo Cristo Risorto, donandoci il perdono dei peccati, apre la via per un mondo rinnovato. Solo lui ci apre le porte della vita, quelle porte che continuamente chiudiamo con le guerre che dilagano nel mondo. […]
La tomba di Gesù è aperta ed è vuota! Da qui comincia tutto. Attraverso quel sepolcro vuoto passa la via nuova, quella che nessuno di noi ma solo Dio ha potuto aprire: la via della vita in mezzo alla morte, la via della pace in mezzo alla guerra, la via della riconciliazione in mezzo all’odio, la via della fraternità in mezzo all’inimicizia. (Urbi et orbi, 31 marzo 2024)

Commento di don Epicoco:

La Pasqua inizia con una corsa che contamina tutti. Prima è Maria di Magdala a correre dal sepolcro ai discepoli; poi saranno Pietro e Giovanni a “correre insieme” al sepolcro. Corrono come solitamente fanno i bambini quando non riescono ad aspettare. Effettivamente la Pasqua non la si può attendere seduti al salotto perchè riguarda il destino di ognuno, il destino di chi amiamo. Se tutto non finisce in un loculo di cimitero vorremmo tutti accertarcene il più velocemente possibile. La rassegnazione, la tristezza, l’angoscia, la depressione invece vanno a passo lento. Non ti permettono di camminare, di cercare, di verificare. Ti fanno pesare le gambe. Eppure dal racconto che ne fa l’evangelista Giovanni nessuno di loro vede subito Gesù Risorto, ma constatano solo la sua assenza e il sepolcro vuoto lasciato come se fosse una stanza in ordine. Ma è proprio questo il primo sintomo della Pasqua: intuire che forse le cose non sono come le pensavamo noi. La fede cristiana si fonda sul dubbio delle nostre certezze, e un pò alla volta quel dubbio diventa un incontro con Qualcuno. Ma avremo un intero tempo pasquale per accorgerci di quando e come accadrà questo incontro. Per oggi accontentiamoci di sentire che la gioia mette le ali ai piedi.