Dal 27 luglio al 3 agosto, noi ragazzi dell’oratorio di San Pietro abbiamo avuto il piacere e l’onore di prender parte a due eventi dalla portata disarmante: Il Meeting internazionale di Giovani Verso Assisi, ad Assisi, e il Giubileo dei Giovani, a Roma. Sono state due esperienze che hanno arricchito le nostre persone e la nostra fede. Assisi, città piccolina ma dal cuore grande, ha accolto circa 750 ragazzi provenienti da tutto il mondo, che con il loro bagaglio di vita, con le loro storie, con le loro paure e i loro desideri, hanno detto “Si, voglio esserci” e si sono presi per mano, si sono raccontati, pur non conoscendosi, legati semplicemente da un’unica grande verità: l’amore di Dio. Sono stati giorni faticosi, Assisi ancora risuona dei passi stanchi ma volenterosi di questi 750 ragazzi, che hanno avuto numerose occasioni di riflessione e hanno potuto prepararsi al meglio per l’incontro con il Santo Padre. Esempio di tali momenti è stato il silenzio dell’impegnativa salita verso l’eremo, in cui il cuore di questi giovani si è ritrovato faccia a faccia con sè stesso, obbligato a porre luce e ordine nel suo guazzabuglio interiore. Fondamentali sono state le testimonianze di una coppia di sposi e di una suora, che hanno raccontato le loro rispettive vocazioni e le loro vite. I due sposi sono due persone dalla vita semplice, che fin dal loro primo incontro si sono affidati a Dio e ne hanno fatto il loro faro anche quando navigavano nel buio. Lei, suor Valentina, ci ha raccontato come è stato difficile inizialmente seguire Dio e il progetto che aveva su di lei, ci ha raccontato il dolore e la sofferenza nel dover compiere una scelta, che inizialmente sembra toglierti tutto ma che poi, se è una scelta presa in Dio, ti ridà quel tutto e anche di più. Ci ha raccontato della sua vita a Gerusalemme, del suo essere suora ma anche ostetrica, di come, in quelle macerie di morte, Dio riesca ancora a far prevalere la vita. Ci ha raccontato di quell’amore materno che buca la morte e che vince su tutto, persino sulla guerra.
Successivamente, il 31 luglio ci siamo spostati tutti a Roma, dove abbiamo potuto respirare l’aria del giubileo, di quel milione di giovani che nel 2023 avevano fatto una promessa a papa Francesco: Si, ci vediamo nel 2025, per celebrare insieme il Giubileo dei Giovani.
La sua presenza, il suo sorriso allegro, le sue parole, il suo “pregate per me” persistono nella mente di tutti.
In quel di Tor Vergata, papa Francesco ci ha invitati e papa Leone XIV ci ha accolti.
Il 2 agosto vi ci siamo recati per celebrare con lui la Veglia, ed è ancora vivo nel nostro cuore e nelle nostre orecchie il ricordo delle sue parole.
“Cari giovani, vogliatevi bene tra di voi! Volersi bene in Cristo. Saper vedere Gesù negli altri. L’amicizia può veramente cambiare il mondo. L’amicizia è una strada verso la pace.”
E ancora:
“Il coraggio per scegliere viene dall’amore, che Dio ci manifesta in Cristo. È Lui che ci ha amato con tutto sé stesso, salvando il mondo e mostrandoci così che il dono della vita è la via per realizzare la nostra persona. Per questo, l’incontro con Gesù corrisponde alle attese più profonde del nostro cuore, perché Gesù è l’Amore di Dio fatto uomo”
E anche:
“Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza! Ecco, carissimi giovani, il compito che il Signore Risorto ci consegna”
Citando anche i suoi tre predecessori, Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, ha fatto arrivare forte e chiaro un messaggio di speranza e pace, quella stessa pace “disarmata e disarmante” con cui ha voluto iniziare il suo pontificato. In una società come quella odierna, in cui noi giovani abbiamo ormai perso la speranza in un futuro più radioso, circondati da notizie negative, Lui ci ha affidato una missione: essere pellegrini di speranza, perchè la speranza, come diceva Papa Francesco, non delude.
E allora andiamo a diffondere quel messaggio di amore, di pace, di speranza, a tutti i giovani del mondo, a quelli che non sono potuti venire, a quelli che non sono voluti venire, e raccontiamogli di un Dio che ama e accoglie tutti, senza distinzioni, con i nostri sbagli e con i nostri peccati.
Perché anche Dio, come la speranza, non delude. (Miriam L. e Samuele P.)