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A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,39-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Parola del Signore.
Commento di don Luigi Maria Epicoco:
La pagina del Vangelo di oggi sembra volerci suggerire in che modo deve trovarci la morte. E la risposta è questa: la morte deve trovarci vivi. Dire così può sembrare banale ma in realtà non lo è per nulla. Infatti viviamo cercando di dimenticarci quanto più possibile che prima o poi moriremo. Allontaniamo da noi questo pensiero perché se ci fosse così vicino non riusciremmo nemmeno a vivere bene. Ma il Signore vuole ricordarci della morte per farci essere sempre pronti, vivi, consapevoli: “Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi”. Può però darsi il caso di colui che vive dimenticando che prima o poi tornerà il padrone e “se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli”. Questo secondo caso sembra descrivere alla perfezione certi deliri di onnipotenza che molte volte colpiscono la nostra vita. Viviamo e agiamo come se non dovessimo mai morire e mai rendere conto delle nostre azioni, e così spadroneggiamo e facciamo del male pensando di farla sempre franca, ma così non è. Si può non avere fede ma la morte è un fatto e riguarda tutti. Il solo pensiero dovrebbe un po’ ridimensionarci tutti, e se si ha la fede dovrebbe illuminarci e farci fare scelte diverse e migliori.