Ascolta il Vangelo
Commento di don Luigi Maria Epicoco:
Nel pranzo raccontato dalla pagina del Vangelo di oggi Gesù dà una lezione di stile. Egli è nella sala dove si mangerà e osserva un atteggiamento che sovente è presente ovunque c’è un uomo o una donna, e importa poco se si è nei luoghi di questo mondo o nella vita della Chiesa perché tante volte il mondo entra anche nella vita della Chiesa: “Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola”. Perché sgomitiamo per avere i posti migliori? Che senso ha primeggiare anche in contesti come quelli cristiani in cui bisognerebbe fare a gara a servire e non a comandare? Come si può assistere a guerre sanguinose per occupare i posti migliori in luoghi dove il Vangelo viene ritenuto la regola? E se questi esempi molto ecclesiali ci scandalizzano, ecco allora che non dobbiamo dimenticare che le medesime cose le troviamo nei posti di lavoro, nella politica e persino a casa nostra. Primeggiare è una debolezza tutta umana che Gesù cura in questo modo: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». In pratica Gesù suggerisce di non smaniare mai per i primi posti perché alcune volte più in alto si sale e più ci si fa male quando si cade. È meglio lasciare che sia Dio a curare le nostre promozioni, sapendo che la migliore promozione è saperci amati da Lui e che tutto il resto se c’è va bene, e se non c’è va meglio ancora. Questa distacco interiore è una bellissima testimonianza di fede.