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Il regno di Dio è in mezzo a voi.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,20-25
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Parola del Signore
Commento di don Luigi Maria Epicoco:
«Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!». Se usassimo davvero le parole di Gesù come metro di giudizio per capire dove agisce Dio, allora dovremmo stare molto attenti a dare subito credito a tutte quelle esperienze di fede che attirano troppo l’attenzione e spettacolarizzano il sacro. Il modo ordinario attraverso cui Dio agisce è quello che dice Gesù: “senza attirare l’attenzione”. E aggiunge che Dio non dobbiamo attenderlo come un evento eclatante che prima o poi accadrà, ma come quel bene nascosto che è già presente e già sta agendo proprio adesso senza che riusciamo a rendercene conto fino in fondo. È bello pensare che tutto quello che stiamo cercando non dobbiamo aspettarlo per riceverlo solo un giorno in paradiso. Ma che il paradiso Dio lo ha già nascosto in questo presente. È seppellito dalle cose di ogni giorno, sotto le macerie dei nostri dolori, delle cianfrusaglie delle nostre beghe, nel frastuono delle nostre preoccupazioni, sotto i tappeti della nostra mediocrità. “Il regno di Dio è in mezzo a voi”, è già qui. E anche se non lo vediamo con i nostri sensi, lo crediamo con la nostra fede. Avere una vita spirituale significa perdere tempo per sintonizzarci con il regno di Dio che abita già questo presente, e lasciarsi educare dalla Sua presenza. Perché il regno di Dio non è un luogo, ma Qualcuno. È Gesù, è la Sua resurrezione in azione, è la Sua Presenza che salva, è il lievito che fermenta tutta la pasta, il sale che dà il sapore ad ogni cosa. Il regno di Dio è il motivo per cui vale la pena vivere. Se non siamo connessi a questo motivo allora in noi non agisce più la vita, ma la morte. Ecco perché più importante di ogni cosa non è programmare eventi, ma tornare ad imparare a pregare. La preghiera ci salva perché distrugge quella disperazione che rode la vita dal suo interno.