Ascolta il Vangelo
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,16-23
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore.
Commento di don Luigi Maria Epicoco:
La luce del Natale viene subito tinta di rosso del sangue del primo martire Stefano. C’è un salto temporale molto grande tra la nascita di Gesù e la morte violenta di questo primo cristiano, ma la liturgia accosta questi due eventi per ricordarci che le tenebre non rimangono indifferenti davanti alla luce e scatenano tutta la loro rabbia contro di essa. Chi vive il Vangelo deve essere consapevole che è più esposto all’azione del male. E il male non si presenta come nei film dell’orrore, il male usa la sua arma vincente, la logica del mondo. La lotta tra il bene e il male è la lotta tra la mentalità del Vangelo e quella del mondo. Quest’ultimo appare sempre più forte perché detiene il potere, usa la violenza, ha la forza del denaro, dell’egoismo, della sopraffazione. Manipola la cultura, la comunicazione, cambia il nome alle cose, cerca di far passare come bene il male e chiama male il bene. Apparentemente sembra sempre che vinca, ma Gesù ci ha insegnato che così non è: “non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”. È questa la rassicurazione che ci viene dalla pagina del Vangelo di oggi. C’è però un secondo punto su cui Santo Stefano ci aiuta a gettare luce. In questa lotta non dobbiamo cadere nella trappola di lasciarci incattivire. Stefano muore perdonando i suoi uccisori, non odiandoli. È questo perdono la vera vittoria sul male. Se invece con la scusa di difendere il Vangelo diventiamo più cattivi e spietati del mondo allora lì si che il mondo ha vinto.