Gesù, tentato da satana, è servito dagli angeli.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,12-15
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Parola del Signore.
Commenti di don L. M. Epicoco:
Bestie ed angeli, è questo il paesaggio interiore di cui ci parla il Vangelo della prima domenica di Quaresima. Gesù, dopo aver ricevuto il Battesimo, è sospinto nel deserto dallo Spirito e il testo di Marco descrive sinteticamente l’esperienza delle tentazioni in questo modo: “Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano”. Non c’è bisogno di un grande sforzo per accorgerci che tutti siamo abitati da angeli (doti, capacità, talenti, luce) e allo stesso tempo di bestie (pensieri inconfessabili, sentimenti contrastanti, ferite, insoddisfazioni, buio). Non bisogna scandalizzarsi di tutto questo. La vita spirituale non è un modo di uccidere le bestie, ma un modo di addomesticarle, di imparare a non lasciarci spaventare, di smettere di dargli da mangiare cose sbagliate. Allo stesso tempo gli angeli sono davvero angeli, cioè aiuti da parte di Dio, esperienze di Grazia, e le bestie sono davvero bestie, cioè manifestazioni concrete del male che ci attacca, ci chiude, ci imprigiona. Gesù lo ha detto chiaramente: “il grano e l’erbaccia crescono insieme in questa vita, e non è possibile separarli”. È prerogativa della vita eterna separare queste due cose e prenderne distanza. Qui dobbiamo solo imparare a tenere testa sapendo che più ci lasciamo amare da Dio, più il male diventa innocuo. Convertirsi infondo significa guardare le cose a partire da questo Amore, e smetterle di guardarle a partire dal buio che ci abita.