Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Parola del Signore.
Commenti di don L. M. Epicoco:
“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. Non ci è chiesto di essere brava gente (già sarebbe tanto) ma ci è chiesto di essere santi. La differenza è radicale: per essere onesti basta fare il bene che ci viene richiesto, per essere santi bisogna saper fare anche il bene a cui non siamo obbligati. La santità è superare i confini dello schema. I santi amano sempre in maniera eccessiva, fuori dagli schemi. Sono per loro natura sovrabbondanti. Oggi festeggiamo Sant’Antonio da Padova, e vediamo in lui proprio la misura traboccante del Vangelo. Avrebbe potuto restarsene in Portogallo nel suo bel Monastero a continuare a studiare e ad accontentarsi della sua già onesta vita, ma sente che vivere il Vangelo è fare di più, è lasciare tutto, è rischiare, è abbandonarsi alle mani di Dio, è lasciarsi condurre dalla Provvidenza. Vivere il Vangelo è avere passione per la gente, è odiare le ingiustizia, è fare del bene in tutti i modi possibili e immaginabili. Vivere il Vangelo è predicare un parola che non sempre accarezza e consola ma a volte smuove i cuori alla conversione al cambiamento. Antonio da Padova è stato un uomo così, un uomo che ha superato i semplici argini dei comandamenti e in maniera creativa ha fato molto di più. Forse per questo è così amato, e forse per questo continua a sovrabbondare di grazie perché da quando ha preso gusto a esagerare non riesce più a fermarsi.