Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,18-23
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Parola del Signore.
Commenti di don L. M. Epicoco:
Gesù non nasce dal nulla, ma nasce in una famiglia. Dire questo significa ricordarsi che egli ha deciso di essere figlio di qualcuno, nipote di qualcuno, fratello di qualcuno, cugino di qualcuno e persino vicino di casa di qualcuno. Avere questa consapevolezza non sminuisce la sua identità ma ci riempie di totale stupore. Infatti la gloria di Dio ha deciso di abitare la normalità delle nostre relazioni. Ciò significa che possiamo guardare le nostre relazioni sapendo che possono ospitare tutta la gloria di Dio. La festa dei Santi Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù, ci fanno ricordare questa verità di fondo della sua vita. L’incarnazione è lo splendore della normalità. E la pagina del Vangelo che spiega la parabola del seminatore ci ricorda che nella normalità il seme può avere diversi destini. Se vivi in un ambiente superficiale, tu puoi sprecare quel seme. Se vivi in un ambiente dove non vieni educato ad avere intelligenza emotiva, puoi non combinare nulla con la tua libertà. Infatti quante volte le nostre famiglie non ci aiutano a stare davanti alla fatica, alle prove, ma fomentano solo le facili emozioni che finiscono subito. Oppure se vivi in un luogo dove si parla solo di problemi non potrai mai gustare nulla della vita. Ma puoi però vivere anche in ambienti sani, dove i legami familiari ti aiutano a saper stare al mondo, a saper essere profondo, affidabile, capace di non ragionare di pancia e senza farsi sempre prendere dall’ansia dei problemi perché tutto si risolve se ci si mette dal verso giusto. Oggi è la festa di questi nonni che hanno contributo a far essere Gesù terreno buono dove si porta molto frutto. E noi che famiglia siamo?