Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,24-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

Parola del Signore.

Commenti di don L. M. Epicoco:

La vita e la storia di San Lorenzo hanno riempito l’immaginario cristiano, legando le vicende di questo giovane diacono a tantissima arte cristiana. Rimane appunto celebre la sua frase in punto di martirio con cui ingiungeva al suo carnefice mentre già le sue carni bruciavano: “Puoi girarmi, da questa parte sono cotto al punto giusto!”. Non so se questa ironia che suona un po’ macabra sia stata effettivamente usata dal giovane Lorenzo, rimane di fatto però la sua testimonianza cristiana vissuta fino all’effusione del sangue. In lui si realizzano in pieno le parole del Vangelo di oggi: “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. È la logica della vita, quella vera. Cristo se ci chiede di smettere di essere bruco è perché vuole tirare fuori da noi la farfalla e non perché vuole vederci morti. Ma noi a volte difendiamo quel bruco ad oltranza fino a trasformarlo davvero nella tomba della farfalla. Per diventare davvero noi stessi dobbiamo accettare di morire a noi stessi. Senza questa morte necessaria, rimaniamo soli come un seme che non viene mai seminato. La solitudine più brutta che possiamo vivere nella vita non è quella a cui ci costringono gli altri ma quella a cui ci costringiamo noi non accettando di diventare ciò che davvero siamo. “Chi ama (male) la propria vita, la perde”, chi la rischia (bene) la trova per sempre. Ecco perché d’un tratto la vita dei martiri non ci sembra più una vita sfigata. Non ci sembra nemmeno la vita di un folle kamikaze. La vita di un martire è la vita di chi avendo trovato ciò per cui vale la pena la vita, è disposto a tutto pur di non perdere ciò che ha trovato. Infatti che senso ha vivere se si è perso il motivo? E che potere può avere la morte se non può toglierti ciò che conta? Ma questo lo può capire solo chi crede nella vita eterna. Che è un po’ come credere al pane quando in mano hai solo un chicco di grano. Potenzialmente dentro quel piccolo chicco c’è una vita molto più grande di ciò che si vede.